Sono passati diciotto mesi, ormai, dall’inizio dell’emergenza pandemica causata dal Covid-19. La pandemia ha messo a dura prova ogni settore dell’economia e ha cambiato radicalmente moltissimi costrutti su cui la società si basava fino all’inizio del 2020. Tra confinamenti, restrizioni, norme difficili da rispettare e nuove abitudini, le persone hanno avuto modo di cambiare il proprio modo di porsi nei confronti della vita e, di conseguenza, i loro comportamenti di consumo. Una recente ricerca di Toluna ha individuato il profilo dei nuovi consumatori post-lockdown. Ne parliamo in quest’articolo.

Come sono i consumatori dopo il lockdown?

I nuovi consumatori dopo il lockdown hanno abitudini completamente diversi e, questo, per i brand è un fattore di cui tenere ampiamente conto. Stando alle statistiche, il 25% di essi interagisce con marchi che rispecchino i loro valori, mentre un ulteriore 38% dichiara di aver smesso di acquistare marche non allineate e il 57% dei consumatori favorisce i brand che sente legati a temi importanti come il rispetto delle persone e dell’ambiente. Durante il periodo di quarantena, i consumatori hanno avuto modo di trovare nuovi marchi, brand in crescita e servizi che, in un momento “normale”, non avrebbero, forse, nemmeno notato.

Stando al tracking di Toluna, l’85% dei consumatori richiede che le marche debbano spiegare ai consumatori il loro processo di produzione e render conto della sostenibilità sociale ed ambientale. Insomma, il nuovo consumatore è attento all’ambiente e alle persone che lo circondano. Se durante il periodo di pandemia l’home delivery ha subito un boom, adesso siamo nel mezzo della ri-scoperta dei negozi di prossimità e, addirittura, del rapporto diretto della marca. Stando alle ricerche, le metriche e i parametri ante-covid non sono assolutamente applicabili ad un modo che cambia pelle costantemente, muta come mutano gli uomini e modifica i suoi asserti sociali, usi e costumi in funzione dell’andamento della corrente.