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Creare una startup: i settori più interessanti

Creare una startup è il sogno di molti, giovani e meno giovani. E’ un sogno spesso dettato da un’aspirazione personale, ovvero dalla volontà di intraprendere un progetto e di vederlo crescere. Tuttavia, può nascere anche dalla necessità.

Il lavoro dipendente può dare magre soddisfazioni, soprattutto in certi settori. Inoltre, la disoccupazione giovanile è una piaga ancora oggi, sebbene la situazione sia nettamente migliorata negli ultimi anni. Insomma, a volte è necessario crearselo, il lavoro, e aprire una startup è il miglior modo per farlo.

Spesso e volentieri, si parte da un’idea e solo dopo si giunge alla sua concretizzazione nella forma imprenditoriale. Altre volte, invece, si preferisce partire da un’analisi di mercato, ovvero dalla raccolta di informazioni circa i settori più proficui. Vale la pena, dunque, fornire qualche informazione in merito.

Creare una startup al giorno d’oggi è semplice?

La risposta è… No. D’altronde, niente è semplice quando si parla di imprenditoria. Sono necessari impegno, intuito, competenze tecniche e soft skill. Tuttavia, creare una startup è oggi molto più semplice che in passato. Il motivo di ciò risiede in un più agevole accesso alle informazioni di natura tecnica, alle conoscenze di natura imprenditoriale. La figura dell’autodidatta trova cittadinanza anche e soprattutto in questo periodo.

Un altro motivo risiede nell’attenzione che il legislatore presta alla forma startup. In buona sostanza, per chi vuole partire sono a disposizione regimi fiscali agevolati, che permettono almeno per i primi anni di allocare maggiori risorse nello sviluppo del progetto. La pressione fiscale sulle startup, sia chiaro, non è necessariamente leggera, ma lo è più di quanto non lo fosse qualche anno fa.

Sullo sfondo, programmi di investimento e credito agevolato, se non addirittura di fondo perduto, che di tanto vengono attivati. Certo, spesso si finisce in una graduatoria in quanto il denaro non basta per tutti, ma è una soluzione che va presa in considerazione e gioca a favore di chi vuole creare una startup.

I settori più bizzarri

Partiamo dai settori più borderline, che spesso emettono un fascino irresistibile, soprattutto per i giovani aspiranti imprenditori più coraggiosi, che non hanno paura di entrare a gamba tesa in mercati sì complessi, ma anche poco esplorati.

  • Coltivazioni speciali. L’agricoltura, in virtù della diffusione di nuove tecnologie e di una crescente consapevolezza circa l’importanza del territorio, sta attirando molti giovani. Spesso ci si dirige verso coltivazioni speciali, per esempio la cannabis legale.
  • Intelligenza artificiale. In realtà, il settore non è poi così bizzarro, ma richiede comunque un certo “fegato”. La verità è che l’argomento, pur essendo di interesse collettivo, è estremamente complesso, e mettere in piedi una startup che funziona è molto complicato.
  • Bisogni latenti. Sotto questa categoria vanno inseriti settori nuovi, se non addirittura inediti. L’idea di base è scovare un bisogno latente, e creare un servizio per soddisfarlo. E’ difficile, ma quando l’obiettivo riesce la strada è tutta in discesa in virtù della totale assenza di competitor.

I settori più in voga

Vale la pena elencare anche settori più “normali”, ma che comunque permangono sulla cresta dell’onda.

  • Lavoro. Buona parte delle startup di questo settore punta a collegare efficacemente domanda e offerta, e si inserisce nel generale declino degli uffici di collocamento.
  • Servizi finanziari. Lo scopo è fornire servizi che permettono alle persone di far crescere o almeno preservare i propri risparmi, bisogno assoluto soprattutto in questo periodo, minato da una forte inflazione.
  • Internet e il mondo digitale. Le startup digitale sono un must. L’associazione tra startup e mondo digitale è quasi proverbiale.
  • Biotecnologia e salute. La pandemia ha fatto sì che molti aprissero gli occhi sull’importanza dei servizi sanitari. Le startup operanti in questo settore puntano a fornire servizi che possano rendere più concreto e tangibile il diritto alla salute.